Home staging e home relooking due concetti con cui negli ultimi anni stiamo imparando a familiarizzare, in maniera ancora troppo scettica aggiungo io.
Negli altri Paesi infatti sono tecniche di marketing immobiliare, perché di questo in realtà si tratta, già molto diffuse ed utilizzate con ottimi risultati molto spesso.
Pensando a quella che è stata la mia esperienza da probabile acquirente, nella ricerca di nuova abitazione, devo dire che si è rivelata deludente e mi ha lasciata alquanto perplessa, tanto da farmi ritornare sui miei passi portandomi a decidere di abbandonare l’idea di ricerca e acquisto casa (per carità non è stato solo questo fattore ma un insieme di altre circostanze.. ), rivalutando così l’abitazione che ho già (e di cui presto ve ne parlerò).

Non ce l’ho con le agenzie immobiliari o gli agenti in generale, però quello che ho riscontrato è stato un pressapochismo diffuso: annunci che proponevano come unica foto un battiscopa (ma perché? cosa si voleva valorizzare?) per citarne una, foto fatte al volo con lo smartphone durate una visita con i clienti, davvero poco professionale, visite di abitazioni che non rispecchiavano le esigenze espresse,…., abitazioni che “ha del grosso potenziale, deve solo immaginarla”, .. etc. etc…
Per fortuna son un architetto per cui negli anni ho sviluppato una certa sensibilità, ma se fossi stata un utente qualsiasi?!

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Come avrete visto dai miei social recentemente ho avuto modo di conoscere dal vivo, assieme alle mie colleghe blogger Rosandra (Mommo Design), Nora (Design Outfit), Camilla (La tazzina blu) e Laura (Home Refresh), il team di Staged Homes grazie ad una giornata di presentazione e workshop che ha avuto luogo nei loro spazi in Roma.
Staged Homes è l’associazione che Amy Lentini, esperta nel campo immobiliare internazionale di New York, ha fondato nel 2008 e che si occupa di connettere proprietari di immobili con home stager professionisti, ma anche fornire interessanti percorsi professionalizzanti.

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Prima di tutto…se ne parla, ma sappiamo cos’è l’home staging realmente?!
E’ un’attività che nasce negli Stati Uniti negli anni ’80, e che sbarca in Italia nel 2008. Vengono utilizzate tecniche di recupero, design creativo e marketing immobiliare per trasformare e rilanciare immobili obsoleti e/o invenduti/sfitti e per agevolarne la commercializzazione.
Originalmente lo staging si rivolgeva unicamente ad immobili in vendita mentre oggi si applica anche a case in affitto, ad affitti brevi (micro-ricettività), e ad altri spazi commerciali come negozi, uffici e ristoranti.

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Nonostante la crisi economica, il settore dello staging in Italia è in costante crescita.

Recenti statistiche dimostrano che un immobile staged si vende nel 77,2% del tempo in meno rispetto alla media italiana.

Sono tipologie di interventi studiati nel minimo dettaglio per arrivare ad un progetto a basso impatto ambientale e a basso costo, ma di altissimo impatto emotivo e visivo.
Come sempre il confronto è cosa utile e lo è ancor di più se è tra professionisti. Rodolfo Pegan, home stager e docente Staged Homes, dati alla mano ci ha portato a fare davvero interessanti riflessioni.

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Il tempo medio di locazione di un immobile “stagiato” si abbatte del – 96,7% rispetto al tempo medio di mercato.

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Nella vendita di un immobile la difficoltà è rappresenta in realtà del proprietario che, contrariamente ad altre situazioni, tendenzialmente non vuole spendere/investire in una cosa che sta lasciando. Gli acquirenti dall’altro lato sono invece cambiati molto, sono più disponibili a spostarsi nella ricerca e non sono disposti a spendere oltre se non per una micro ristrutturazione.

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Così attraverso l’home staging, con interventi low cost ma ad alto impatto, si riesce a far emergere il valore di un immobile abbassando la forbice di sconto ovvero il deprezzamento dell’immobile legato al tempo di permanenza sul mercato.

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Come dicevo interventi low cost, ed è stato grazie Oriana Tombolesi designer d’interni ma anche proprietaria del bellissimo negozio Boschettotre, che il workshop è diventato subito pratico. Oriana infatti con semplici e economici mezzi c’ha insegnato come realizzare una lampada da parete che può permettere ad un home stager di decorare facilmente un angolo di un ambiente.

Abbiamo solo un’occasione per fare una buona impressione

Vi ricordate la foto del battiscopa di cui vi parlavo?! Ecco..
Che siano annunci di messa in vendita, in affitto o ad esempio per strutture di micro ricettività la prima impressione che il probabile acquirente o affittuario ha, nello sfogliare gli opuscoli o le pagine di siti dedicati, è quella più importante, è quella che gli fa provare il desiderio di dire: “voglio quella casa”. Probabilmente chi ha deciso di inserire in un annuncio la foto di un battiscopa a questo non c’ha minimamente pensato!!! Peccato, per loro….chissà quanti clienti avrebbero potuto accaparrarsi con delle foto oneste ma invitanti e ben fatte…
Nel nostro workshop a guidarci nei primi passi di una buona fotografia d’interni è stato Marco Massa, giovanissimo ma molto esperto e preparato fotografo e blogger di Humans of Rome, che con semplici trucchi e strategie low-cost ci ha mostrato come è possibile tirare fuori il meglio di una casa.

Barbara-Callegari

L’home staging nato come l’arte di preparare la casa per l’affitto o la vendita sta diventando sempre più una tecnica per commercializzare qualsiasi immobile, sia esso destinato al mercato immobiliare che al commercio. Ed è stata in questa fase del nostro workshop che, guidate dall’abile Barbara Callegari, siamo passate dalla teoria alla pratica in una location dalla storia molto particolare, un appartamento da trasformare in una struttura micro ricettiva.
Ammetto che è stata una sfida non facile ma molto interessante, un continuo trambusto interiore tra arredare con gusto personale, come solitamente si è abituati a fare, e arredare con gusto, come lo si deve invece fare per un home staging corretto. L’ulteriore difficoltà incontrata è stato pensare di apportare delle migliorie con mezzi semplici, economici ma efficaci.
Qui sotto vedete il “dopo”, che ne dite?!
E’ stato un duro lavoro di squadra….ma davvero è stato strabiliante constatare come con poco si possa tirar fuori e valorizzare il potenziale di ogni spazio! 🙂

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