Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), entro la fine di questo secolo le temperature globali aumenteranno tra i 2,4 e i 4,8 °C. Sempre secondo L’IPCC nel 2010 gli edifici mondiali producevano il 32% di consumo energetico globale e il 19% di Gas effetto serra. Secondo le stime, entro il 2050 questi valori potrebbero raddoppiare o addirittura triplicare. Anche il surriscaldamento globale rappresenta una grave minaccia alla stabilità degli edifici esistenti a causa delle precipitazioni in forte aumento. Senza l’implementazione di misure adeguate per contrastare il riscaldamento globale, il fabbisogno globale di energia passerà da 300 TWh nel 2000 a 4000 TWh nel 2050.
Non scrivo spesso di questo tema, anzi forse è la prima volta qui nel blog, ma sono in realtà problematiche all’ordine del giorno e che coinvolgono l’edilizia sempre più. E’ arrivato il momento di parlarne.
Ultimamente per un progetto che sto affrontando stavo approfondendo soluzioni che garantissero buone prestazioni per il risparmio energetico, e mi sono imbattuta nell’infografica qui sotto che, oltre ai principi, riporta anche alcuni numeri sul riscaldamento globale e su quello che la bioarchitettura potrebbe fare per limitare gli sprechi di energia e l’inquinamento. Ho colto così la palla al balzo e ho pensato subito che potesse essere un ottimo spunto per un post da condividere con voi.
L’infografica è stata sviluppata da Baltera, produttore di porte e finestre d’arredamento romano, e schematizza appunto i sei principi della Bioarchitettura riportando alcuni numeri-chiave per comprendere la situazione attuale e quello che è possibile realizzare applicando dei principi architettonici più rispettosi dell’ambiente.
Quelli che vi ho citato inizialmente sono solo alcuni dei dati che ci illustrano quanto inquinamento e principi costruttivi datati, stiano mettendo in pericolo la stabilità di abitazioni ed edifici a uso commerciale. Una soluzione a tutto questo è stata proposta dall’architetto Ugo Sasso attraverso la pratica della bioarchitettura.
Ma cos’è la bioarchitettura?
La bioarchitettura, secondo la definizione di Ugo Sasso padre della Bioarchitettura italiana e fondatore di Bioarchitettura Onlus. di Bolzano (1989) oltre che dell’Associazione denominata Istituto Nazionale di Bioarchitettura (INBAR) 1992, è l’insieme delle discipline che presuppongono un atteggiamento ecologicamente corretto nei confronti dell’ecosistema.
Interdisciplinarità e utilizzo parsimonioso delle risorse sono i principi caratterizzanti della bioarchitettura che ha lo scopo di integrare le attività dell’uomo alle preesistenze ambientali ed ai fenomeni naturali, al fine di realizzare un miglioramento della qualità della vita attuale e futura. La bioarchitettura analizza le condizioni del benessere delle persone in rapporto alle abitazioni e ai luoghi su cui queste sono edificate. Le teorie della Bioarchitettura si diffondono nella metà degli anni 1970, grazie all’impegno di alcuni studiosi contro l’impiego di materiali e sostanze nocive artificiali nelle costruzioni.
Edilizia tradizionale o bioedilizia?
Nel confronto tra edilizia tradizionale e bioedilizia il rapporto, economicamente parlando, tra l’incidenza del costo della mano d’opera per la costruzione rispetto al costo dei materiali sulla spesa totale si va rovesciando. Saranno infatti i materiali d’alta qualità impiegati ad incidere per oltre il 60% sul costo della costruzione, realizzata secondo i principi della bioedilizia, mentre l’incidenza della mano d’opera si ferma al solo 30-40%. Una casa costruita con criteri di bioedilizia, viene realizzata preferendo materiali ecocompatibili che svolgono una funzione attiva sull’ambiente, favorendo la traspirabilità delle pareti, rispettandone, il profilo igrometrico, debellando così la formazione di muffe ed umidità. Particolare e grande attenzione viene data alla coibentazione acustica e termica, che aumentano in maniera esponenziale il confort ambientale dovuto all’ottimo isolamento acustico, ed ha un consistente risparmio energetico, dovuto all’alto isolamento termico che si traduce anche in un consistente risparmio sulle spese per riscaldamento in inverno e di condizionamento in estate.
Costruire un edificio in stretta relazione con l’ambiente circostante comporta necessariamente di tenere conto di determinati aspetti. Tra questi ad esempio l’esposizione, per assicurare un irraggiamento sufficiente durante il giorno, ma anche considerare l’ombra che questo proietterà sugli edifici circostanti. Un edificio biocompatibile è inoltre in grado di abbattere le dispersioni termiche e di provvedere anche in parte al proprio riscaldamento. Per questo è possibile ricorrere a soluzioni di bioedilizia specifiche come tetti ventilati in legno per una buona aerazione degli ambienti e a sistemi di riscaldamento passivo, ma anche serre bioclimatiche. I principi della bioarchitettura pongono anche l’accento sull’utilizzo di materiali naturali come appunto il legno, in armonia con l’ambiente circostante.
Inizialmente vi ho accennato che questa riflessione è nata proprio dall’infografica trovata nel sito di Baltera, a questo punto una presentazione è d’obbligo.
Fin dal 1962, a Roma, Baltera è stato sinonimo di serramenti di qualità, di servizio professionale e di eccellenza nella posa in opera di porte, finestre, verande e di ogni altro tipo di serramento.
Per maggiori info: http://www.baltera.com/