Ad una settimana dalla sua fine, oggi vi parlo del BlogFest 2013 che si è tenuto dal 20 al 22 settembre a Rimini. E’ un evento che riunisce in se tutto ciò che in Italia gravita attorno alle community della rete, che abbiano origine dai blog, da Facebook, da Twitter, dalle chat e dai forum e da qualsiasi altra forma sociale di comunicazione.
E’ stata la mia prima volta al BlogFest e onestamente prima di partire non sapevo bene cosa aspettarmi e forse, dato il nome, lo ritenevo un evento festaiolo….e invece ne sono rimasta piacevolmente sorpresa e colpita! Tanti gli appuntamenti: conferenze, dibattiti, installazioni, presentazioni, premiazioni, ovviamente anche i momenti di divertimento e relax non sono mancati.
E’ stato un grande spazio di socializzazione all’aperto, ad ingresso gratuito, nel quale incontrarsi, conoscere i protagonisti della rete e per me, che sono una “novellina” del “mondo blog”, di riflessione e crescita.
E voi ora vi starete chiedendo….”eh, beh che c’entra con l’interior design e la creatività?!”…c’entra..c’entra! ….
Infatti uno dei “dibattiti” a cui ho assistito ha riguardato proprio il D.I.Y.: il fatto a mano 2.0, il web fa muovere mani e business.
[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”]
Al dibattito hanno partecipato crafters e bloggers note che hanno proposto un’interessante riflessione sulla recente diffusione del D.I.Y. (Do It Yourself) individuandolo come un movimento di rinascita delle arti femminili che si sta attualizzando in maniera completamente nuova.
Noi, in Italia, abbiamo da sempre una forte tradizione del “fatto a mano“, se si pensa al lavorare a maglia o all’uncinetto erano pratiche ben conosciute dalle nostre nonne, ma che con le generazioni successive si sono andate via via perdendo, come tante altre attività manuali e se vogliamo un po’ tutto il “saper fare“.
Causa, molto probabilmente, la situazione economica attuale, negli ultimi tempi si è riscontrato un ritorno alla voglia o alla necessità di “fare in casa“: dal pane ai saponi, dai lavori a ferri al cucito. Il web in tutto questo è stato fondamentale e ha svolto da anello di congiunzione sia generazionale che territoriale. Infatti grazie al web c’è stata e c’è una condivisione di saperi e di voglia di far rete, tanto che, per esempio, anche chi non aveva la più pallida idea di come lavorare a maglia (mi ci metto dentro anche io…) gli è bastato digitare qualche termine su google ed il gioco era fatto. Il web, la diffusione del sapere e qualche soldino in meno in tasca ci hanno resi così più consapevoli, più attenti al rapporto qualità/prezzo, più attenti a ciò che acquistiamo, a dare il giusto valore e a riconoscere la qualità dei prodotti commercializzati, offrendo così una chiave di lettura sociale del D.I.Y., come risposta alla massificazione dell’offerta.
[/fusion_builder_column][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”]
Tra i racconti personali, di chi è intervenuto al dibattito aperto, c’erano storie di mamme, lavoratrici che causa crisi o maternità si sono trovate a casa e a reinventarsi o a trovare un modo per arrotondare o cercare di fare business e lo hanno fatto attraverso un ritorno alle origini, ripescando l’arte del fare a mano delle nonne innovandola, sia tramite l’uso del web (blog, utilizzo di e-shop, etc. ..) , sia rileggendola in chiave moderna. ..e devo dire con risultanti eccellenti in alcuni casi!
Si può ragionevolmente pensare che il D.I.Y abbia quindi anche delle motivazioni economiche, che non sia solo un hobby ma che sia anche qualcosa per “arrotondare”, per reinventarsi e per cercare di fare business, un business che da valore alla qualità dai capi prodotti e proposti.
Questo speech è stato un ottimo momento di riflessione sui tempi che stiamo attraversano, da un po’ infatti ho deciso di dedicare una sezione del blog proprio a temi riguardanti l’artigianato e i nuovi makers e a come grazie al web e a nuove tecnologie si stia cercando, chi più che meno, di attuare una rinascita ripartendo dalle origini del saper fare e dell’essere creativi, doti che nel mondo c’hanno resi famosi ed apprezzati.
Allo speech hanno partecipato: Nuvolosità variabile , Keep calm and knit e Filo.Vero .
Moderatrici: Gaia Segattini di Vendetta Uncinetta , Le Funky Mamas .
[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]