Un weekend, quello delle Giornate dell’Architettura in Alto Adige, in cui edifici pubblici e privati aprono le loro porte al pubblico, un weekend tra le montagne più belle di sempre, un weekend tra architetture moderne ma anche tra storia e tradizione.
Magnifiche ville, masi di antica tradizione e abitazioni urbane dalle forme innovative ma anche scuole, atelier, alberghi e persino centrali idroelettriche hanno raccontato le loro storie, tra lingua e cultura tedesca e italiana, in questa terza edizione della manifestazione altoatesina.
Le Giornate dell’Architettura in Alto Adige è un appuntamento che attraverso i social seguo sin dalla sua prima edizione e che mi ha da subito conquistato, vuoi per il territorio di grande fascino in cui si svolge, vuoi perché da architetto trovo assolutamente affascinante l’aver finalmente modo di toccare con mano le architetture contemporanee e all’avanguardia che dominano il territorio altoatesino. Motivo per cui ho accolto con estremo entusiasmo l’invito dell’ente del turismo dell’Alto Adige di prendere parte ad alcuni dei molti itinerari proposti!
Anche per questo mio racconto sono andata a segnare sulla mappa qui sotto le location visitate, o quasi tutte, durante le 3 Giornate dell’Architettura dell’Alto Adige. Cliccando sull’icona in alto a dx della Google map “full screen”, potrete vedere la mappa a tutto schermo con qualche indicazioni e note.
Tornando a noi, l’Alto Adige, grazie alla sua storia e alla sua posizione geografica, mostra già di per sé una propria unicità. Unicità che si manifesta in vari settori, uno di questi è sicuramente l’architettura dai toni più diversi derivati senza dubbio dell’incontro tra culture differenti. E’ palpabile la tradizione nelle tipologie edilizie così come lo è l’utilizzo di soluzioni costruttive innovative proprie più del centro/nord Europa, o come una puntuale sensibilità nei confronti di materiali di grande fascino come il legno, il vetro e l’acciaio.
NOI Techpark Sudtirol – Alto Adige | Chapman Taylor e Claudio Lucchin & architetti associati
La prima sosta della mia esperienza con le Giornate dell’Architettura dell’Alto Adige!
Collocato a sud di Bolzano nasce un nuovo progetto, un’idea, una rete, una struttura che permetterà all’Alto Adige di fare grandi passi in avanti e che fungerà da motore di innovazione per l’economia. Su una superficie di oltre 120 mila mq, in uno spazio un tempo occupato da una sede delle principali fabbriche di alluminio italiane (la Montecatini), nasce un parco tecnologico che ospiterà aziende, istituti di ricerca ed enti di formazione alla scopo di connettere imprese, ricercatori e studenti. Al NOI, acronimo di Nature Of Innovation, si lavorerà principalmente nei settori di eccellenza dell’Alto Adige: energie rinnovabili, tecnologie alpine, tecnologie alimentari e ICT & automation. Il luogo in cui negli anni trenta e quaranta si produceva circa i due terzi di tutto l’alluminio italiano ospiterà una moderna fabbrica di idee e ricerca con consumo energetico quasi a zero.
Le nuove architetture si inseriranno con equilibrio accanto agli edifici preesistenti recuperati, tra i primi il Black Monolith (sede di tutti gli studi dei ricercatori) un monolite nero ed inclinato che rifacendosi al monolite di “2001, Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick funge idealmente da “polo trasmittente” del sapere.
Tornando indietro nella storia di quest’area, grazie a questa visita scopro che negli anni venti del secolo scorso l’Alto Adige, territorio prevalentemente agricolo, non aveva ancora subito alcun processo di industrializzazione. La svolta avvenne con l’ascesa al potere di Benito Mussolini e con l’invito, rivolto dal regime ai grandi gruppi industriali italiani, a costruire a Bolzano stabilimenti che dessero lavoro agli emigranti provenienti dalle regioni meridionali. I trasformatori della centrale, attivati per la prima volta dalla Montecatini nel 1937, fornivano alla linea di produzione Bolzano 1 enormi quantità di energia per la fusione dell’alluminio.
Nel decennio scorso è stato riconosciuto il valore architettonico degli edifici in stile Bauhaus che contenevano i trasformatori, posti sotto tutela nel 2004, e nel 2008 l’edifico dei trasformatori di Bolzano 1 è stato restaurato per poter ospitare la biennale d’arte Manifesta 7. E’ da rilevare che il carattere storico e industriale del complesso e del sui edificio simbolo (il serbatoio d’acqua, alto 30 metri e visibile da lontano) si sono mantenuti inalterati. Ed è proprio di questi edifici che il progetto architettonico per il NOI Techpark Sudtirol prevede la rivitalizzazione, edifici monumentali ed esempi di architettura razionalista. Al razionalismo architettonico, per continuità, si rifà anche l’edificio principale, il Black Monolith, con la sua innovativa facciata in schiuma di alluminio.
Il progetto prevede inoltre che nella centrale storica recuperata vengano inseriti dei box di legno e vetro sospesi per permettere l’identificazione di luoghi di ritrovo come laboratori comuni, terrazze e zone relax. Nell’area centrale è prevista inoltre la realizzazione di un ampio parco pubblico perfettamente attrezzato per l’attività lavorativa, per offrire anche ai visitatori esterni spazi in cui incontrarsi e lavorare all’aperto, magari seduti sull’erba con il portatile.
E’ prevista inoltre la realizzazione di un anfiteatro per eventi culturali, di una sala seminari, di unità abitative per scientists in residence e di una mediateca universitaria con libero accesso a letteratura specialistica e banche dati scientifiche. Non mancheranno aree dedicate alla ristorazione, alle attività sportive e al relax, un asilo nido e spazi commerciali. Neanche a dirlo, le strutture di nuova costruzione soddisferanno i rigidi parametrieuropei per gli edifici a bassissimo consumo energetico oltre alla locale certificazione CasaClima e l’internazionale LEED (Leadershio in Energy and Environmental Design).
L’apertura del parco è prevista per fine ottobre 2017 e io non vedo l’ora di vederlo terminato!
Tour 4 – Cultura e turismo – Val Venosta
Fin qui vi ho raccontato la mia prima super giornata! Il secondo giorno è stato dedicato al tour 4 in Val Venosta, valle segnata da una lunga storia che ha influito sulle sue tradizioni architettoniche. Anche l’architettura contemporanea fa necessariamente riferimento a questo patrimonio storico riprendendone e sviluppandone i caratteri. Recenti edifici innovativi e restauri particolarmente accorti fanno intuire che nel mondo dell’architettura sta accedendo nuovamente qualcosa di speciale, sia nel settore del turismo che in quello della cultura.
- Hotel Nives – 2013, Solda | Arch. Arnold Gapp
Prima piacevole sosta della giornata con sottotitolo: un nuovo impulso per il centro del paese di Solda.
- Messner Mountain Museum “Ortles” 2004, Solda | Arch. Arnold Gapp
Il museo si trova a Solda (1900 metri) alle pendici dell’Ortles. Dedicato al tema del ghiaccio, è stato allestito in una moderna struttura sotterranea che ricorda il ventre di un crepaccio. Nel Messner Mountain Museum Reinhold Messner racconta del timore del ghiaccio e del buio, dell’uomo delle nevi, del “whiteout” e del terzo polo. Il museo inoltre espone la più vasta collezione di dipinti con vedute dell’Ortles. Un’esperienza unica che facilmente coinvolge sia appassionati di montagna, sia il turista comune. A me ha rapito l’architettura ipogea dai materiali grezzi che nei loro contrasti indicono alla meditazione, al raggiungimento di qualcosa più interiore molto simile all’esperienza che immagino potrebbe narrare un vero amante della montagna durante un suo cammino tra boschi e crepacci. Chicca finale: nelle vicinanze si trova l’agriturismo Yak & Yeti con l’allevamento di yak ed il mini-museo Alpine Curiosa.
- Scuola agraria di Furstenburg e pensionato studentesco (XIII secolo/restauro 2011), Burgusio | Arch. Werner Tscholl
Nel castello Fürstenburg che risale al 1278 negli anni 90 dello scorso secolo è stata realizzata la scuola agraria Fürstenburg. Negli anni seguenti si è manifestato un raddoppio degli alunni e la scuola necessitava di ulteriori spazi per un buon funzionamento. Dovevano essere predisposte nuove classi, aule speciali, laboratori ed officine, stanze per gli insegnanti magazzini ed i relativi vani tecnici e sanitari e l’impianto di riscaldamento a truccioli per tutto il complesso scolastico ed il castello. Questo era il programma, ma la domanda era: si poteva costruire una massa di 14.000 m3 in una delle zone più sensibili della alta Val Venosta , tra l’abbazia di Monte Maria ed il castello Fürstenburg, in vicinanza quindi di due edifici con una presenza storica nel territorio, senza rovinare o addirittura distruggere l’immagine di un paesaggio di straordinaria bellezza.
Per questi motivi non è stato realizzato un altro edificio, ma l’ampliamento è stato concepito completamente sotto terra in modo di farlo sparire nel pendio di fronte al castello. Dall’esterno è visibile solamente un muro in pietra con i fori per gli ingressi alle aule ed alle officine ed al garage sotterraneo. Per dare luce naturale a tutte le aule nonostante il carattere sotterraneo della costruzione davanti a tutti i vani sono stati inseriti tre cortili interni aperti , alti due piani, che permettono anche la vista del paesaggio circostante.
- Edificio amministrativo Rizzi (2004), Laces | Arch. Werner Tscholl
Edificio amministrativo Rizzi
Vetro, acqua, luce: un complesso di uffici dalle forme scultoree che non passa inosservato. Gli uffici della ditta “Selimex“ all’ingresso di Laces sono accolti in un edificio che è un contemporaneo castello sull’acqua, un cuboide rivestito di vetro e illuminato di notte.
- Abitazione contadina, Laces 2014 | Dell’Agnolo Kelderer Architekturburo
Una casa contadina contemporanea immersa nei frutteti. Un angolo di Finlandia in Alto Adige, dico io. Infatti gli interni minimal raffinatissimi ricordano davvero tanto immagini di interior provenienti proprio dai paesi nordici. Dire che mi è piaciuta è riduttivo!
- Albergo Zum Riesen 2016, Tarres | Dell’Agnolo Kelderer Architekturburo
Il restauro pieno di sensibilità di una locanda tradizionale.
Il terzo giorno si è svolto a Bolzano seguendo un piacevolissimo tour in bicicletta (le biciclette sono noleggiabili in Piazza Walter) che dal centro cittadino ci ha portati tra i meleti attraverso una comoda pista ciclabile.
Il capoluogo dell’Alto Adige è celebre per il suo centro storico con i portici e il mercato della della frutta e verdura ma anche per edifici pubblici contemporanei come l’Eurac e il Museion. Meno noti sono i numerosi piccoli gioielli architettonici che vale la pena di scoprire a Bolzano e dintorni: edifici antichi restaurati con grande sensibilità, nuovi masi dall’aspetto particolare e impianti sportivi davvero originali.
Tra le esperienze fatte quel giorno vi segnalo la visita alla casa in Via Goethe 28, progettata dall’Architetta Susanne Waiz nel 2013: una doppia sfida per un edificio urbano sotto tutela monumentale.
Come si intuisce dalla prima foto, l’architetto è stata davvero abile nel ricavare accessi e spazi per un’abitazione (attualmente in affitto) da un edificio storico attualmente adibito a spazio commerciale.
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Per concludere vi lascio un paio di indirizzi utili.
Il primo riguarda il piacevolissimo albergo dove ho alloggiato: Hotel Eberle che dalla sua posizione privilegiata, in collina in mezzo alle vigne, domina la piana di Bolzano. Tutto ottimo!
Il secondo riguarda lo storico Parkhotel Laurin, in pieno centro a Bolzano, dove ho avuto il piacere di cenare assaporando delle vere architetture del gusto.