Ci eravamo lasciati nel post che trovate cliccando qui in cui vi raccontavo dubbi e scelte progettuali che mi avevano accompagnato nella progettazione della mia nuova cucina.

Ma poi cos’è successo?!

Ristrutturare la cucina non è cosa facile, soprattutto se il cantiere si svolgono proprio dove si vive (perchè capiamoci, non è il cantiere in sè che mi è pesato, ci sono abituata per lavoro), così i diversi mesi di silenzio mi sono serviti per ammortizzare un pochino la sfaticata che hanno comportato i lavori di rifacimento dell’intera stanza e lo stare senza cucina per diverso tempo.
Come già accennato nel post sopra citato, la cucina che avevo ereditato da mia nonna (che vedete nelle foto qui sotto) presentava come problema primario la presenza di rivestimenti, decisamente retrò, fino a soffitto (tipico degli anni ’80) oltre a non risultare più funzionale per le mie attuali esigenze.

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Come scelta stilistica ho deciso di trasformare questo ambiente, dall’anima un po’ country, in un ambiente dal mood industriale/nordico adottando colori che vanno dal bianco al nero e superfici materiche come un effetto malta lavagna o legno chiaro sulle ante delle basi. Mentre per quanto riguarda i rivestimenti ho deciso di prendere la situazione di petto e di demolire quelli a parete per riportare le superfici verticali ad un bianco candido, fatta eccezione per la fascia sopra i fuochi da rivestire in grès.

Per quanto riguarda la scelta dei materiali dei rivestimenti è stato un aspetto su cui mi sono interrogata a lungo, anche in base ad alcuni fattori che sicuramente dovevo tener conto. Primo fra tutti è stata la presenza del parquet su tutto il resto dell’appartamento che mi portava a scartare questa soluzione per la cucina in quanto sono dell’idea che o si crea continuità di materiali oppure si va all’estremo opposto ponendo uno stacco netto tra contesto esistente e nuova di nuova fattura. Questo è stato il mio caso!
Altri due fattori che hanno guidato la mia scelta sono stati la selezione di uno stile specifico della cucina e il fatto che, se pur essendo un ambiente contenuto (la dimensione è grossomodo quadrata di circa 3 metri per 3), godesse di un’ottima illuminazione naturale (diretta la mattina e indiretta nella restante parte della giornata), fattore quest’ultimo che mi ha permesso di valutare così anche colorazioni più scure. Su queste considerazioni mi sono mossa su materiali che fossero molto materici e moderni.

cucina-vecchia

Inoltre per quanto riguarda la pavimentazione c’era una valutazione da fare…ovvero: demolire l’esistente o andare ad operare posando sopra?
La prima ipotesi avrebbe comportato una maggiore spesa e avrebbe allungato i tempi di realizzazione (per demolire il pavimento esistente poi si sarebbe intaccato anche il massetto e di conseguenza si sarebbe dovuti passare dalla fase di demolizione del rivestimento, al rifacimento del massetto per poi finalmente procedere alla posa della pavimentazione finale) e voi capite che ogni giorno in più senza cucina in casa comportava ulteriori e non pochi sacrifici (ovviamente voleva dire stare senza fuochi e soprattutto senza frigorifero molti più giorni…!!!!).

Ho quindi optato per posare sopra la pavimentazione esistente! Sì ma cosa?!
Le opzioni erano due. La prima era quella della resina, che adoro soprattutto nell’effetto macrocemento, però devo dire che in esperienze di cantieri precedenti non ne ero stata in definitiva soddisfatta, nel senso che è un materiale non facile da trattare e molto dipende da chi la lavora.
L’opzione più sicura era il classico grès, ma come voi ormai sapete non mi accontento facilmente per cui sono andata ad analizzare quelle aziende che lo producessero ricreando effetti materici come la pietra o il cemento……e qui, l’ultimo Cersaie ne è l’esempio lampante, è stato un po’ come nuotare in un mare di proposte!

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Ma procediamo per gradi! Qui sopra vedete il “giorno 0″ ovvero quando sono venuti i demolitori a “smontare” la cucina esistente. Ammetto che è stato un po’ un tuffo al cuore perchè in quelle quattro mura avevo trascorso bellissimi momenti, soprattutto da bambina, ma anche difficili e soprattutto a tutto quell’arredo legavo il volto e le parole di mia nonna..

cantiere

Sorvolando sull’emotività del momento, qui sopra invece vedete il giorno 1 in cui i demolitori hanno rimosso tutti i rivestimenti alle pareti e creato le tracce per le nuove prese elettriche. Ecco, il primo giorno ve lo dico onestamente, è stato abbastanza impegnativo ed il perchè penso sia abbastanza intuibile delle immagini..

ristrutturare-la-cucina

Una volta demolito tutto e create le nuove tracce è stato il momento della rasatura (ovvero un processo che permette di livellare la parete grezza che presentava magari ancora qualche residuo della colla delle piastrelle precedenti) e dell’intonaco civile. Il tutto ha richiesto circa due giorni per cui la foto qui sopra rappresenta il giorno 3 in cui come potete vedere l’intonaco era in fase di asciugatura.

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Con la foto qui sopra siamo arrivati al giorno 4, il giorno della posa del nuovo pavimento e della fascia di rivestimento sopra i fuochi. Come potete vedere, ma chi mi segue da un po’ lo sa già, la scelta è ricaduta su di un effetto pietra grigio scuro sia per il pavimento che per l’unico rivestimento a parete. Nell’ottica poi di dare maggiore continuità possibile nella stanza e di ridurre il numero di fughe delle piastrelle ho scelto un grande formato, il più grande proposto dal produttore (Gardenia Orchidea, modello Concept Stone, colore antracite, 80 cm * 180 cm).

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La posa ha richiesto mezza giornata, con una ripresa delle fughe di poche ore eseguita qualche giorno a seguire. Una volta asciugate le fughe e assestatosi il pavimento è arrivato il momento di eseguire tutti dei piccoli lavoretti ma indispensabili. Come ad esempio rivedere la cornice della porta e la porta stessa che andavano segate ora in quanto, per il rialzamento del pavimento, risultavano troppo lunghe, oppure il posizionamento di delle fascette di compensazione attorno agli infissi, in quanto montati inizialmente prevedendo le piastrelle a muro.

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Passata la prima settimana siamo arrivati al giorno 9 ovvero quello delle pitture che ha comportato una lavorazione di un paio d’ore. Siamo quindi quasi in dirittura d’arrivo..

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E finalmente ho visto la luce alla fine del tunnel! Come già detto bianco candido ovunque sulle pareti e ora manca solo la cucina!

Giorno 12: arrivo e montaggio della cucina nuova (accolta con urletti di gioia festanti)!

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Il modello scelto è l’Immagina Lux della Lube con ante delle basi color malta lavagna, pensili bianchi e colonne in olmo miele che mi hanno permesso di ottenere un effetto nordico/industriale desiderato. Le gole sono a “L” e su questo dettaglio diciamo che siamo impazziti tutti….ma magari questo ve lo racconto in un’altra occasione….

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Per cui in definitiva contando i puri giorni di lavorazione mi ci sono volute due settimane tra demolizione cucina, lavori e installazione della nuova cucina. Poi tecnicamente sono stati di più tra lavoretti vari che mancavano sempre all’appello, semplici di per sè ma proprio per questo si sono protratti per diverso tempo rendendo il tutto abbastanza sfiancante. Le foto che vedete sopra sono della cucina proprio appena montata! ..mi rendo conto che vista così può sembrare asettica ma prometto che quanto prima vi condividerò foto aggiornate con il tavolo e tutto il resto!

Contenta? Lo rifaresti?

Sì assolutamente soddisfatta! E’ ora un ambiente piacevolissimo da vivere in qualsiasi momento della giornata nonostante la presenza di colorazioni scure. E’ risultata vincente anche la scelta di quel tipo di pavimentazione che assieme alla cucina rendono questa stanza davvero avvolgente.

Lo rifarei? Sì lo rifarei assolutamente! Ristrutturare la cucina vivendo in casa durante le giornate di svolgimento dei lavori non è stata cosa semplice, ma senza dubbio ne è valsa la pena!

State pensando di ristrutturare un ambiente di casa e vi è piaciuto il risultato che ho ottenuto? La mia consulenza potrebbe fare al caso vostro! Inviatemi una mail a consulenze@maisonlab.it